L’arrampicata sportiva è una disciplina agonistica la cui nascita è relativamente recente: la prima competizione internazionale in Italia si è svolta a Bardonecchia, in Piemonte, nel 1985.
Obiettivo dell’arrampicatore sportivo è il superamento di pareti rocciose di elevata difficoltà senza l’utilizzo di mezzi artificiali: i chiodi e la corda vengono utilizzati esclusivamente per proteggere l’arrampicatore dal rischio di farsi male cadendo.
L’arrampicata sportiva non deve necessariamente essere praticata su pareti rocciose di montagna, è sufficiente infatti avere a disposizione una parete rocciosa alta poche decine di metri. E’ proprio in questo che l’arrampicata sportiva si distingue dall’alpinismo: dalla conquista delle vette, con tutti i rischi conseguenti, alla pura danza verticale senza nessuna componente di rischio.
Sono numerose le strutture rocciose di questo tipo che, dopo essere state sempre trascurate dagli alpinisti, sono state valorizzate dalla presenza degli arrampicatori sportivi al punto da rappresentare una interessante opportunità turistica.
Un ulteriore passo avanti nello svincolare la pratica dell’arrampicata sportiva dall’ambiente montano è stata la creazione di strutture artificiali di arrampicata che riproducono le caratteristiche della parete rocciosa ma vengono assemblate in forme sempre diverse essendo montate su intelaiature metalliche.
Presumibilmente dalle Olimpiadi del 2004 l’arrampicata sportiva sarà uno dei nuovi sport ammessi, quale riconoscimento della grande popolarità raggiunta in tutto il mondo da questo affascinante sport. Attualmente in Italia si svolge una Coppa Italia in dieci prove oltre ad un Campionato italiano in prova unica. L’Emilia Romagna è attualmente l’unica regione in cui si svolge anche un Campionato regionale in cinque prove.
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